Qualche riflessione sullo spopolamento della Città di Lugano

Quali sono le prime cose da fare per invertire la tendenza allo spopolamento della città?

Vanno motivate le giovani generazioni che cercano terreno fertile per le loro attività. Maggiori sinergie tra l’iniziativa privata e USI/SUPSI potrebbero permettere a chi si affaccia al mondo del lavoro di rimanere in città per sviluppare le prorie idee. In più s’incentiverebbe il terziario, le aziende e con loro le persone legate ad esse. È altrettanto ovvio che “a coté” servono interventi puntuali per rendere più competitiva la riurbanizzazione del territorio comunale e la vivibilità della Città.

Lugano dovrebbe fare “marketing” del suo territorio e creare le condizioni per attrarre nuovi contribuenti facoltosi?

Si, la città deve passare dal ruolo di distributrice di ricchezza a quello di creatrice di ricchezza, favorendo sempre più i processi d’integrazione. Il problema non è ritornare in Città ma il ritorno della Città. Ben venga quindi un’azione mirata di marketing per creare le migliori condizioni per attrarre nuovi contribuenti facoltosi e tutelare nel contempo quelli attuali con una fiscalità adeguata che permetta loro di creare reddito.

Qualche riflessione sullo spopolamento della Città di LuganoLe nascite continuano ad essere inferiori ai decessi. Sarebbe favorevole a un contributo finanziario della Città per ogni figlio nato, in aggiunta ai tremila franchi già previsti dal Cantone?

Non penso che servano incentivi in denaro per la nascita dei figli, sarebbe una storpiatura eccessiva del sistema. Penso piuttosto che serva permettere alle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano o alle famiglie monoparentali di avere un più facile accesso e a costi ridotti ad asili nidi o altre iniziative che facilitino i nuovi nuclei famigliari nella scelta di avere figli senza preoccupazioni. 

Le ultime statistiche parlano di un aumento di abitanti nei quartieri di valle: è una tendenza da incentivare a livello pianificatorio, o verrebbe compromesso l’equilibrio fra natura e ambiente costruito?

 A mio modo di vedere non va aumentato il territorio edificabile. Gli spazi edificati e la percentuale di sfitto lo dimostrano. Costruire in valle perché c’é più richiesta è un errore. Rendiamo più attrattivo e competitivo il territorio già edificato diminuendo la percentuale di sfitto.

Rupen Nacaroglu

Corriere del Ticino, 8 aprile 2021